Una delle ipotesi sull’origine dell’usanza di mascherarsi a Carnevale è da ricercarsi nell’antica tradizione pagana. Durante il periodo dei saturnali, che hanno poi dato origine al carnevale, si era soliti sovvertire ogni tipo di gerarchia invertendo così i ruoli imposti dalla società: il povero per una volta poteva tramutarsi in ricco e viceversa e dunque chi lo voleva, poteva nascondere la sua vera identità con dei travestimenti anche scherzosi per dedicarsi ai piaceri del corpo e del cibo. In queste festività venivano rovesciate tutte le gerarchie sociali e l’ordine precostituito; gli schiavi potevano considerarsi liberi e la classe nobile poteva essere derisa. Avveniva lo stesso durante il Carnevale della Venezia medievale, dove con la maschera sul viso si poteva trasgredire qualsiasi regola e si era liberi persino di insultare il doge. La burla e trasfigurazione dei potenti sono il copione per eccellenza che sta dietro alle maschere tradizionali del carnevale italiano, giunte sino a noi dalla Commedia dell’arte. Nel teatro del Cinquecento Arlecchino, Pulcinella, Brighella, Colombina erano le maschere fisse di servitori furbi e senza scrupoli che si prendevano gioco dei loro padroni o di personaggi come il Dottor Baldanzone, caricatura del medico sapiente.   Qui in Casa Albergo ogni anno scegliamo un tema principale: quest’anno c’erano tutti e 7 i nani di Biancaneve, con Principe Azzurro, Matrigna, Strega cattiva e Cacciatore! Ma anche Sole&Luna, Zorro, Minnie&Topolino. E non dimentichiamo i frati, che ci hanno tanto fatto ballare con la loro musica! (per vedere tutta la galleria, basta cliccare sulla foto qui sotto)