Ricorderò sempre quel 29 luglio di tanti anni fa a Trieste. Mi ero appena imbarcato da un giorno sul piroscafo Sally e non avrei mai immaginato o creduto di fare un imbarco così breve. La nave, una vecchia “carretta” di oltre 50 anni, da 1200 tonnellate, doveva trasportare un carico di legname ad Algeri, con partenza fissata per la mezzanotte. Quella prima notte ero di guardia con il capo macchina. Appena finito il turno, stavo in coperta con la mia inseparabile pipa quando mi sono sentito chiamare causa un guasto alla valvola di fondo (Kington) ormai rotta con conseguente ingresso d’acqua. Le pompe di sentina non riuscivano a pompare fuori tutta l’acqua ormai entrata e quella che stavamo ancora imbarcando. La nave si fermò, in quanto se continuavamo a muoverci, rischiavamo di andare a fondo. Tutto l’equipaggio si era rifugiato in coperta, il (Barba) comandante, lanciò l’ SOS. Eravamo in mezzo all’Adriatico, tra Ancona e Dubrovnik (Ragusa). Il mare era per fortuna calmo come l’olio e, calata la lancia, siamo saliti portando con noi trippe e qualche cassa di birra in previsione di stare a lungo in mare. Il comandante stava in piedi sulla prua della lancia, piangendo. Ci stavamo allontanando verso la Jugoslavia, mentre la vecchia nave si stava inabissando. Dopo circa 3 ore, tra le piccole isole della Dalmazia, sono arrivati i soccorsi da Fiume. Eravamo curiosi di sapere come ci avessero trovato e come risposta ricevemmo la seguente frase: “Abbiamo seguito le bottiglie di birra in mare”. Seguì una risata generale!!! Arrivati a Fiume, abbiamo preso l’autobus per Trieste e dopo un’ora eravamo a casa. Amen!!!
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di Osiride Brovedani
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