Racconterò dell’usanza che si aveva, quando ero piccola, nei giorni che precedevano l’Immacolata e cioè il 6 o 7 dicembre. Ricordo ai lettori che i tempi erano grami e ci si arrangiava alla bell’ e meglio per far sognare i bambini e creare con poco la magia del Natale. Il mio papà, per esempio, costruiva il presepe e i personaggi usando carta da pacco e sughero, che è un materiale facilmente lavorabile e, quella volta, anche a buon mercato. Costruiva con grande pazienza e passione la grotta, preparava il bue, l’asinello, i pastori, le pecore, gli zampognari, le donne al ruscello, i Re Magi e i cammelli. I tre personaggi più importanti, la Madonna, San Giuseppe e il bambinello, erano di gesso, ben dipinti ma estremamente fragili. Per proteggerli alle nostre mani curiose, ma maldestre, il papà li esponeva alla vigilia di Natale, con mille raccomandazioni di non toccarli, pena severe punizioni. Per completare, sopra la grotta veniva apposta una gran stella di cartone decorata con della porporina. Tra i vari personaggi del presepe, quello che più mi incuriosiva era Benito, il pastore dormiente. Non ho mai capito perché portasse quel nome, ma a Napoli tutti lo chiamavano così!!!
Melodia di Rita, Natale 2011
Museo Casa
di Osiride Brovedani
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