Sulla statua di Osiride in campo San Giacomo a Trieste c’è scritto “benefattore e filantropo”, e quindi spesso i visitatori del nostro museo chiedono come mai invece fosse solito dire che “imprestar porta scalogna”. E’ stato lo stesso presidente De Riù a dirimere questo dubbio: una volta ritrovatosi ricco, Osiride si ritrovò anche molti amici, che gli chiedevano qualche soldo. Si vergognava molto a dire di no, per cui decise di avvalersi di questo schermo scaramantico. In realtà, se c’era davvero bisogno, era il primo a portare aiuto ma, dietro consiglio della moglie Fernanda, preferiva regararli piuttosto che attenderne la restituzione. E s epoteva procurava piuttosto un impiego nella sua fabbrica, in cui accolse anche una ragazza madre e il figlio di una suora, persone che venivano messe ai margini della società poiché creavano “scandalo”.
Ma Osiride era un uomo che si proccupava davvero poco della forma e molto della sostanza, questo tratto gli viene riconosciuto da tutti coloro che hanno avuto la possibilità di incontrarlo.