Per molti anni ho abitato a Moltrasio sul lago di Como. Il paese è molto lungo e si estende per tre chilometri da est a ovest, così il sole lo illumina tutta la giornata. Sul lago si affacciano splendide ville circondate da parchi ricchi di verde. Mi ricordo che una di queste si chiamava “Villa ai cedri”, quella dove portavo a passeggio il mio Raf, un barboncino nero di taglia media. La zona era ricca di tartufi neri e quando Raf era ancora cucciolo, mio marito mise un pezzetto di tartufo in un sacchettino di stoffa e, dopo averlo fatto annusare al barboncino, glielo lanciava perché lo riportasse, premiandolo con un biscottino ogni volta che lo riportava. Mio marito era molto conosciuto in zona e così poteva liberamente accedere ai parchi delle ville, portando anche Raf, ormai addestrato come un cane da tartufo. Il barboncino sempre fiutava la presenza del tartufo e ogni volta che ne trovava uno, lo premiavamo con il solito biscottino. Lui era contento e noi ancora di più, perché così potevamo farci il risotto o le fettuccine con i tartufi, ma soprattutto le animelle di vitello al tartufo!!! Ricordo ancora la ricetta e la voglio suggerire, in segreto, al cuoco, signor Vinicio! Basterà poi che divida le dosi per quattro e le moltiplichi per 57 così ci farà tutti contenti! La nostra tavola, a pranzo e a cena, per ben quindici anni è sempre stata rallegrata dai tartufi scovati dal nostro Raf. Grazie ancora Raf!
Melodia di Nives, novembre 2011

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di Osiride Brovedani
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