Vorrei raccontare alcuni avvenimenti accaduti nel vicolo a Napoli dove, da ragazzina, abitavo con i miei fratelli. Avevamo un piccolo balcone dove mi affacciavo e vedevo la gente passare… Chi andava a lavorare, chi portava sotto il braccio, avvolto in un foglio di giornale, il pasto di mezzogiorno, il fruttivendolo con il carretto che passando tra le strettoie gridava : “Affacciatevi, affacciatevi che vi ho portato la frutta e verdura fresca a poche lire!”. Coloro che se lo potevano permettere, dal balcone calavano il paniere con la corda e il fruttivendolo metteva al suo interno quello che gli veniva richiesto. Mentre vedevo tutte queste bellissime usanze, le persone parlavano tra un balcone e l’altro, ridevano e cantavano, intonando le canzoni che venivano trasmesse alla radio. Era bello il mio vicolo… Ricordo anche che c’era una signora che veniva chiamata “capinera”, perché aveva i capelli nerissimi. Ogni mattina, alle sei, metteva al di fuori della sua porta una “fornace” dove poi faceva le pizze fritte con la ricotta, i pomodori e… Le persone che andavano a lavorare si fermavano da lei per comperarle. Aveva un nome particolare : “pizza a oggi a otto”, che significava che la potevi pagare trascorsi otto giorni dall’acquisto. Erano belle da vedere tutte queste cose e ricordo ancora il profumo della pizza, le persone affacciate alle finestre, chi sbatteva lo straccio della polvere, chi si soffermava a guardare verso il basso la gente che passeggiava o attendeva fosse pronta la pizza. A guardare questo via vai di persone mi dimenticavo di tanta tristezza, perché in quei momenti ero davvero felice. Il mio balcone era proprio un paradiso!!!
Melodia di Rita, settembre 2011
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di Osiride Brovedani
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