Mi chiamo Pino, sono nato a Villa del Nevoso in provincia di Fiume, che ora si trova in Slovenia.
Sono il primogenito di due fratelli, Nando è più piccolo di me di tre anni. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946 la mia famiglia ha optato di restare con l’Italia e quindi di trasferirsi in provincia di Udine. Mio padre Mario ha potuto continuare il suo lavoro come impiegato dell’ufficio provinciale del Tesoro.
Siamo andati ad abitare a Bertiolo presso una famiglia di contadini che ci affittavano una parte della loro casa colonica, senza acqua corrente, il gabinetto “a caduta libera” e la pompa dell’acqua gelata erano all’esterno. Di buono c’era che non abbiamo mai patito la fame. I contadini allevavano pollame, conigli, mucche e in più potevamo approfittare dei prodotti dell’orto.
Ricordo come fosse oggi il rito del bagno che si faceva solo quando splendeva il sole.
La mamma già al mattino metteva al sole la mastella di alluminio piena d’acqua, dove riuscivamo ad entrare sia io che Nando. Quando l’acqua raggiungeva la giusta temperatura, la mamma ci chiamava e ci insaponava con uno pseudo sapone, di cui ricordo ancora il colore. Cominciava dai capelli e poi giù, fino ai piedi. Il prodotto non faceva schiuma, ma molto “odore”! L’acqua non veniva buttata, ma serviva per bagnare l’orto.
Dopo due anni il papà è riuscito a trovare una casetta a Udine e mi ha iscritto alla seconda elementare della vicina scuola.
Con la mamma parlavo sloveno e con il papà italo – calabro, per cui il mio italiano era piuttosto approssimativo e facevo fatica a trovare le parole giuste.
Ricordo un episodio in particolare. A scuola scrivevamo con la matita e una volta, premendo troppo, mi si è spezzata la punta. Senza perdermi d’animo chiesi ad alta voce: «Chi mi presta il spicia lapis?»
Ho ancora nelle orecchie la risata fragorosa di tutta la classe, neanche la maestra riuscì a trattenersi dal ridere.
Melodia di Pino, novembre 2012
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di Osiride Brovedani
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