Brovedani una ne faceva e cento altre ne pensava, ma non solo! Tendeva anche a unire più compiti insieme, sfruttando ogni opportunità, un precursore del multitasking.
Per esempio, quando doveva fare un colloquio per assumere un nuovo dipendente, non si limitava a leggerne il curriculum, ma ne testava direttamente le competenze mettendolo alla prova su un compito pratico che poi gli sarebbe tornato utile.
Quando incontrò quella che sarebbe diventata la sua segretaria personale, la signora Viviana, che all’epoca aveva diciassette anni, le dettò una lettera che poi spedì direttamente.
Uno dei suoi collaboratori più stretti racconta il suo colloquio di assunzione: «Mi ricordo di quando gli venni presentato: non si profuse in domande generiche, bensì mi consegnò un libro di Peter Drucker, che era il guru della gestione aziendale, e mi disse solamente: “Lo legga e ne faccia in qualche modo una sintesi in dieci pagine che possa vestire la realtà della mia azienda”. Inoltre mi diede un libro di pediatria e un paio di libri di dermatologia e mi disse “Se li legga”. Voleva vedere effettivamente, sul campo, di cosa ero capace, non gli interessava farmi il tipico colloquio di lavoro. Inoltre mi presentò due nuovi prodotti a cui stava lavorando e mi mandò a proporle in alcune farmacie e da vari medici e pediatri».
Nella foto, la vetrina di una farmacia all’inizio degli anni ’70
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