Ogni tanto i miei pensieri vagano alla ricerca di un posto piacevole dove adagiarsi e incontrano tanti ricordi di gioventù. E’ il lontano 1950. Il mio papà Giacomo lavorava alla Citroèn nei pressi di Parigi, era in produzione la famosa DS, ricordate quella che si alzava all’avvio e si sedeva quando si fermava. A Parigi abitavano pure degli amici di famiglia, gradiscani. Erano alloggiati in uno splendido palazzo in una laterale dei Campi Elisi. Al piano terra avevano la boutique e negli altri piani gli appartamenti. Mi invitarono a trascorrere un mese da loro, proprio a Parigi, per stare vicino al mio papà. Sono salita sul treno a Monfalcone, al mattino presto. Nella carrozza un gran silenzio, le altre persone erano assonnate o assorte nei loro pensieri. Guardavo dal finestrino un paesaggio tutto nuovo per me. Tanto ero presa da non accorgermi di essere arrivata a Milano e di essere rimasta sola nello scompartimento. Mentre,seduta al mio posto, osservavo la gente affrettarsi in tutte le direzioni, si aprì la porta dello scompartimento ed entrò un giovane che venne a sedersi proprio di fronte a me. Penso proprio che il fiore dei miei vent’anni non lo abbia lasciato indifferente. Dopo esserci presentati, abbiamo continuato, in piacevole conversazione, fino alla stazione di Parigi. Prima di scendere dal treno Dino, così si chiamava il giovane, mi chiese dove fossi alloggiata. Pensavo ai soliti convenevoli che si fanno prima di lasciarsi ed ero sicura che non l’avrei più rivisto. Una mattina però, con mia grande sorpresa,chi trovai sulla porta ad attendermi?  Proprio Dino in persona!!! Mi invitò ad uscire con lui per visitare Parigi. Fu un pomeriggio indimenticabile! Andammo a visitare il museo di Louvre per ammirare il capolavoro di Leonardo, la Monna Lisa. Dalla Torre Eiffel potei ammirare il magnifico panorama di Parigi mentre Dino mi indicava la cattedrale di Notre Dame, Montmartre, l’Arc de Triomphe e la Senna. Riaccompagnandomi a casa mi disse che la sera sarebbe rientrato a Milano avendo terminato la sua missione di lavoro. Prima di lasciarci mi chiese se avrei gradito che mi scrivesse. Tornata a Trieste raccontai ai miei dell’incontro con Dino. Potete immaginare che cosa non hanno detto per farmi desistere dall’idea. In poche parole: “Sicuro no xe ‘l mulo che fa par ti”. Dino invece fu di parola e mi scrisse invitandomi a Milano per presentarmi ai suoi genitori. “Te pol creder… a Milan… gnianca in cartolina…!”. E così s’è rotto l’incantesimo di una bella storia finita ancora prima di cominciare. E io mi tengo stretto solo il ricordo di un pomeriggio meraviglioso!!!

  

Melodia di Renata, luglio 2011                               

 

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